Sembrava un cielo cupo... (parte seconda)

ovvero

"WRAITHS"

 

Autore:
Knite/Tanus

La tensione era così alta che la si sarebbe potuta tagliare con una lama
drow.
E non scemò neppure quando Hadji e Knite si resero conto che la borsa
celava ben undici sesterzi d'argento.
Sapevano entrambi di non aver ancora concluso la delicata quest, e che il
minimo errore avrebbe potuto vanificare gli sforzi sino ad allora profusi.
Percorsero a passo rapido ed in silenzio la via del mercato ed entrarono
decisi nella bottega.
Il fabbro offriva le spalle all'ingresso e non si scomodò a voltarsi.
"Iwaldur!", disse Hadji, con tono imperioso, "in nome della Manus Inferi ti
ordino di plasmare questi sesterzi!".
Il fabbro finalmente si voltò, fece un cenno di assenso restando in
silenzio, e, per nulla contento, si voltò per mettersi all'opera. Poco dopo
depositò sul bancone il primo oggetto, un drappo di lana color grigio. Ad
Hadji e Knite bastarono pochi istanti per accorgersi della pochezza del
lavoro svolto dal fabbro. Ed ancor meno ad Hadji per sguainare la Manus e
portarla a pochi millimetri dal collo del fabbro, che si pietrificò. "Manus
Inferi!!!", gridò Hadji, "sacrifico a Te la vita di ques...". La Manus
Inferi sembrò cambiare colore, lo stesso colore che si impadronì degli
occhi del fabbro, gli occhi di un uomo che muore.
"Aspetta". Era la voce di Knite, dal tono basso e singolarmente calmo.
Hadji si fermò di colpo, e non sembrava affatto sorpreso, mentre osservava
Knite slegare dalla cintura un sacchetto pieno di monete d'oro ed adagiarlo
sul bancone del fabbro, accanto ad un vecchio piccone, dalla punta
consumata, ed ad una lama, - decente sì, almeno nell'impugnatura -, di
origine elfica. "Ora fai del tuo meglio", disse pacato Knite.
Ad Iwaldur occorse ancora qualche tempo per riprendersi dal terrore indotto
da Hadji. Con gli occhi sgranati e lo sguardo fisso, sembrava appartenere
già al mondo dell'aldila'. Lentamente, lo sguardo lo restituì alla vita.
Senza un cenno né una parola, si voltò nuovamente e si piegò sulla grande
incudine annerita.
Trenta lunghi minuti trascorsero, col silenzio rotto soltanto dai vigorosi
colpi del fabbro, mentre il sudore gli colava così copiosamente dal collo,
dal volto, dal petto, dalla schiena e dalle braccia, che sembrava sul punto
di morire stremato dalla fatica da un momento all'altro.
Iwaldur riemerse col busto dal bancone, restando in silenzio. D'altronde, i
muscoli ed i tendini del volto erano così tesi da sfigurarlo, e
difficilmente l'essere in cui si era trasformato sarebbe stato in grado di
proferire parola.
Continuando a sforzarsi sino allo stremo, il fabbro depose sul bancone una
Armatura di Maglia di Qualità Divina.
In quel momento accadde una magia: perché, senza che se ne rendessero
conto, le labbra di Knite ed Hadji si aprirono e si mossero all'unisono.
Ed è qui che le versioni della storia divergono. Chi c'era quella mattina,
ad Alma, racconta di aver udito un urlo spettrale breve ma così
agghiacciante, da sentirsi morire. Hadji e Knite, invece, giurano di aver
udito una sorta di preghiera, pronunciata lentamente e soavemente in una
lingua sconosciuta.
Quello che, invece, è certo, è che il figlio del contadino, mandato dal
padre a riprendere un vecchio piccone, dalla punta consumata, fu il primo a
trovare il fabbro, morto, in un lago di sangue, col cranio frantumato.


 

Sembrava un cielo cupo... (parte prima)

Il rituale era quasi concluso, Knite e Hadji si trovavano attorno all'Altare nel più profondo della Torre degli Spettri. Per l'occasione Hadji aveva portato anche Anomander, lo sconfitto dei Tiste Andii, colui che ha portato la sua razza alla quasi distruzione, prima di venir spodestato.
Erano attorno all'Altare, la fronte di Knite imperlata di sudore per lo sforzo e la concentrazione. L'aria crepitava attorno a loro, carica di energia magica. Gli occhi di Hadji seguivano attentamente il viso di Knite, quasi a voler carpire immediatamente qualche cambiamento e poterlo aiutare nell'incantesimo; la sua conoscenza della magia essendo inferiore a quella del Mago, questi l'aveva comunque scelto per fungergli da aiutante, forse consapevole del compito complicato.
Soltanto un lieve increspare del labbro superiore di Knite fù un indizio della riuscita dell'incantesimo, oltre ad un addensarsi dell'aria proprio al centro dell'Altare.
Tutti e due allargarono le mani, quasi a voler abbracciare tutto l'altare e quella manifestazione di Oscurità.
"Voi mi avete svegliato da questo lungo sonno, e voi otterrete una grande ricompensa per avermi liberata. Parlate quindi." Una voce si levò dal centro di quell'ammasso di pura magia.
"Siamo alla ricerca di sesterzi, luminose monete che racchiudono una potente magia, quella di ottenere premi incredibili." Furono le uniche parole che disse Knite, senza avere la necessità di aggiungere altro.
L'ammasso non aggiunse nulla, ma sembrò quasi allargarsi, rimpicciolirsi fino a diventare una piccola biglia, ritornare più grande e poi sparire, lasciando unicamente una borsa piena di sesterzi.
Soddisfatti, i tre si guardarono negli occhi, prima che Knite si preoccupasse di prendersi a carico la borsa e mettersi alla ricerca dell'equipaggiamento desiderato.

Hadji

Le Cronache Spettrali

 

Il Libro Grigio

 

"Nome, tipologia e specificità delle creature evocate di livello 7".
Ci risiamo. Balbetto qualcosa in risposta, in attesa dell'ineluttabile "Abbiamo terminato. Assegnato il livello mediocre!" che, da sempre, conclude ogni mia sessione di pratica. Non sopporto quelle lezioni. E credo che anche lei, Grenetta, lo sappia. Sono un acuto osservatore. Ogni minimo segnale, un abbassamento...

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Il libro Nero

 

Era una serata come le altre, la cui unica novità erano altri eroi che si sono aggiunti al nostro solito gruppetto gruppetto. Un gruppetto di persone che hanno incrociato la loro strada partendo da storie diverse. Storie che hanno appena iniziato a scriversi, storie che hanno già un ricco passato.
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Il Libro Rosso

 

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Quello che custodivano era pericoloso ...

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