La Biblioteca

La stanza in cui ti trovi e' davvero vastissima. Essa e' passata
attraverso le ere indenne, non scorgi alcuna traccia delle rovine
di cui hai sentito parlare, anzi hai una opprimente senzazione di
non essere solo. Sulla parete in fondo e' stato ricavato uno scaffale
direttamente scolpendo la pietra che la compone. Anche se le pergamene
sembrano riflessi sospesi a mezz'aria, sforzandoti riesci un poco a
leggerne il contenuto. Esse raccontano delle epoche in cui gli spettri
hanno camminato in mezzo agli uomini. 
Sulla parete di destra vedi un affresco irriconoscibile
mentre sulla parete opposta scorgi una levigata nicchia dove il
buio e' piu' impenetrabile, sembra fatta apposta per custodire
qualcosa di prezioso ma, anche sforzandoti, sembra non contenere nulla.

Uscite: Down South
La pergamena del codice degli spettri e' qui in terra.
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Uscite visibili:
South - La grande Sala

Down - L'inizio della discesa
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exa monache - exa spettro
Ti sembra di scorgere nell'indistinta oscurita' delle monache che non
hanno il volto, cionostante riesci a percepire l'angoscia anche solo
guardando il vuoto circondato da quei veli laceri.

exa affresco - exa parete
Sforzandoti non poco per via del buio penetrante, ti sembra di vedere
come un disegno mai terminato che rappresenta tutte le monache di un
convento. Tutte eccetto le ultime tre in primo piano sulla destra che
l'artista, crudelmente, ha lasciato incompiute.

 

exa convento

Sul fondale dell'affresco noti la sagoma di un convento che ti sa familiare
anche se non riesci a ricordare dove lo hai gia visto.


exa nicchia
Ti avvicini incuriosito e ti sembra di attraversare come un muro di
ragnatele, agiti le mani davanti agli occhi come per liberartene ed
all'improvviso lo vedi. Un fuoco scuro sembra bruciare intorno ad un
tomo abbagliante che sembra acciaio fuso, sulla copertina vedi un
pentagono con delle gemme nere sulle punte.
Hai davanti Manus Inferos - L'impresa dei Cinque Spettri.
Noti che sembra scriversi da solo davanti ai tuoi occhi con inchiostro rosso sangue.

exa manus - exa cinque
/* Tomo da scrivere con la storia dell'avvento della mano infernale.
/* Cronaca della quest di battesimo.

exa pergamena
/* Il nostro codice della gilda */

exa scaffale
Le pergamene che trovi qua sono quasi impossibili da decifrare, ma riesci a scorgere ancora alcuni nomi:
Karyal, Ghibli, Kirk, Deidre, Mongo. Ti chiedi cosa c'entri il nome
di Mongo qui, forse fu anche lui uno Spettro anticamente?
Trovi poi tre libri ancora intatti, uno chiamato "La storia della
Rinascita" uno "La nascita del Secondo Ordine" e
l'ultimo "L'antico Codice di Laisburg".


exa ultimo - exa antico

Questa pergamena, scampata alla distruzione, contiene ancora le
leggi che regolavano la vita degli Spettri di Laisburg e la morte dei
loro nemici, decise da Laisburg, loro Signore, e dal Cerchio Interno 
dei Maestri. Da quanto si legge la pergamena e' stata vergata da
Karyal in persona, voce mortale del divino Laisburg e capo terreno degli
Spettri. Leggi con curiosita' queste parole appartenenti ad un mondo
ormai perduto:
 
Tutti i nuovi Spettri entrano fra di noi come Spettri Minori e
riceveranno da Laisburg l'Anello dello Spettro simbolo della loro
devozione a Laisburg, dal quale non si dovranno mai separare per alcun
motivo. Gli Spettri Minori che ne saranno degni per le loro azioni,
verranno elevati da Laisburg a Spettri Demoniaci e parteciperanno al
Poltergeist, l'invasione e la dominazione del mondo conosciuto. 
Essi riceveranno dal nostro Signore una terra, che dovranno conoscere
fin nei minimi particolari, nella quale saranno signori indiscussi per
tutti gli altri Spettri. Chi si mostrera' particolarmente degno, a
questo punto, porta' entrare a far parte del Cerchio Interno. Il Cerchio
Interno e' formato dai Nove Spettri Maggiori. I tre Artigli di Laisburg,
il cui compito e' tenere alto il nostro nome nelle sfide contro i 
Cavalieri del Tuono e chiunque osi dubitare del nostro coraggio e della
nostra potenza, e i Sei Maestri. Questi sei Spettri hanno il compito di
istruire, aiutare, proteggere e assistere tutti gli altri fratelli.
 
I Maestri sono:
Lo Spettro dei Tumuli, che ha il compito di esplorare e conoscere tutte
le terre di questo mondo.
 
Lo Spettro della Conoscenza, che ha il compito di aiutare gli Spettri
piu' giovani a imparare le tecniche di combattimento e sopravvivenza.
 
Lo Spettro Guardiano, che ha il compito di aiutare i fratelli che
abbiano perduto i loro averi a seguito di battaglie particolarmente
eroiche e cruente.
 
Lo Spettro Conquistatore di Anime, che ha il compito di valutare
l'effettiva forza dei nemici e riferirlo quindi ai fratelli. 
 
Lo Spettro Voce delle Tenebre, che ha il compito di diffondere il verbo
di Laisburg per tutto l'Impero. 
 
Lo Spettro della Morte, che ha il compito di aiutare i propri fratelli
a ritornare in vita e prestare un primo aiuto in caso di morte.
 
Infine, Il Capo degli Spettri,Voce mortale di Laisburg, Maestro dei
Maestri del Cerchio Interno e Artiglio di Laisburg, avra' tutti i
compiti dei Maestri e degli Artigli.
 
Ogni Spettro non dovra' mai separarsi dagli oggetti che simboleggiano
la sua fede al nostro Signore, pena la sua collera; non dovra' mai
attaccare o causare la morte di un fratello,non dovra' pregare divinita'
non Malvagie se non in casi di estrema e assoluta necessita', che
verranno controllati da Laisburg ed eventualmente puniti. 
 
Vanno assolutamente evitati tutti quei comportamenti che possano portare
in cattiva luce o , ancora peggio, ridicolo, agli Spettri, pena la
collera di Laisburg e nei casi piu' gravi l'espulsione da parte degli
altri fratelli. In particolare l'affrontare nemici sotto le proprie
potenzialita' solo per il loro valore in xp, l'uso del paralize e del
kris, e ,tranne nei casi in cui la propria classe o le circostanze lo
richiedano, la fuga. L'eventuale espulsione sara' decisa da Laisburg 
con suggerimento dai membri del Cerchio Interno. Infine ogni Spettro
potra' partecipare alle Quest Spettrali di Laisburg, e alle sfide in
arena nella Notte della Luna Insanguinata e nel Giorno del Sole Nero. 
 
Cosi' venne deciso dal Cerchio Interno e dal Sommo Laisburg. 
 
Karyal
Alma
il Giorno delle Asce
16^ giorno del mese dell'Inverno
Anno 202 dalla Fondazione dell'Impero


exa ordine

Dalle Cronache degli Spettri, volume XV, custodito nella biblioteca
della Torre dei Nazgul
 
Dopo secoli di predominio era successo l'imprevisto. Dopo la partenza di
Karyal alla ricerca di nuovi mondi da colonizzare e dominare, il potente
Laisburg inizio' a interessarsi sempre piu' anch'esso ai nuovi universi,
lasciando il dominio di Alma a Kirk, ormai potente immortale.
 
Ma un giorno successe l'inatteso: Kirk venne sfidato da un misero
immortale seguace del bene. Kirk chiamo' a raccolta i suoi servitori e
affronto' la battaglia piu' dura della sua lunga esistenza. Purtroppo
molti dei piu' antichi Spettri non erano presenti al momento: qualcuno
aveva seguito Karyal nel suo magico portale, qualcuno era morto
combattendo valorosamente, qualcuno era rinchiuso nella sua torre a
studiare nuove arcane formule ed era tanto concentrato da non udire la
richiesta di aiuto del suo signore. 
 
Non e' nostra intenzione recriminare sull'accaduto, fatto sta che Kirk 
si trovo' a combattere senza l'apporto di molti dei suoi fidi Spettri e
dopo una battaglia lunga ed estenuante, venne sconfitto. La sua essenza
venne esiliata nel mondo delle ombre e la' sara' costretta a rimanere
finche' gli Spettri non troveranno il modo di riportarla su questo piano
dell'esistenza.
 
Pochi giorni dopo la battaglia del Ragnarok (come sara' sempre ricordata
nei libri di storia e nel colonnato dei filosofi) Ghibli, uno dei
Maestri degli Spettri, fece ritorno ad Alma, capitale dell'Impero, dopo
un lungo viaggio alla ricerca di nuovi incantesimi. La notizia della
battaglia lo colpi' al cuore come un fulmine. Non avervi potuto prendere
parte, morendo se necessario al fianco del suo signore, era un disonore
troppo grande. Si rese conto di essere stato lontano troppo tempo. Gli
Spettri erano praticamente scomparsi, e lui era rimasto uno dei pochi
sopravissuti. La decisione fu presa immediatamente. Gli Spettri
sarebbero tornati all'antico fulgore, per la gloria del potente
Laisburg.
 
Il primo passo era di ricostituire la cerchia interna. Le sue ricerche
portarono alla scoperta di uno Spettro colpito dalla una maledizione di
Hansolo, maledizione che la costringeva nel corpo di un paladino di nome
Ester. Dopo lunghi sforzi la maledizione fu rotta e dal corpo esanime di
Ester rinacque Deidre, oramai libera di aiutare Ghibli nel riportare le
Tenebre sull'impero di Alma.
 
Durante la cerimonia di iniziazione di Deidre, cerimonia nella quale le
fu consegnato il sacro anello simbolo del suo titolo, l'energia mistica
che permeava l'aere era tanto imponente che persino il velo che separa
la realta' dal mondo delle ombre fu squarciato per alcuni secondi,
secondi sufficienti affinche' Kirk in persona potesse far sentire la sua
voce, benedicendo la nascita del secondo ordine degli Spettri e
consegnando a Ghibli il comando nell'attesa del suo ritorno.
 
Gli Spettri erano ormai rinati ed erano tornati per dominare il mondo.
Nei periodi seguenti molte furono le battaglie che li videro
protagonisti e le loro schiere divennero ogni giorno piu' numerose...
 
Il libro si interrompe qui.


exa rinascita
Questo enorme tomo e' diviso in tre capitoli, puoi leggerli uno per
uno (primo, secondo, terzo). Sono varie pergamene rilegate insieme e
scritte con un inchiostro molto strano, sembra quasi che le lettere siano
state scritte con il FUOCO!

exa primo

- Capitolo I 'L'oscurita' '
 
La storia inizia in una citta' buia e desolata. Nessuno ormai
pronunciava il nome di questa citta' a voce alta, per lo piu' perche' ormai
i vecchi che lo ricordavano avevano cessato di esistere gia' da anni, e i
pochi vivi che ne conoscevano l'esistenza dalle storie dei propri cari,
preferivano non nominare cio' che il loro cuore non avrebbe potuto
reggere. La citta' ormai aveva perso la luce che un tempo la
caratterizzava, e che gli dava il titolo di capitale di un impero morto
con essa. Ormai cio' che ne rimaneva erano macerie di palazzi e ville,
strade interrotte e cancelli dimenticati. I pezzi di muri che restavano
ancora in piedi servivano ormai solo come casa per i piccoli insetti e
per il muschio che cresceva abbondante. Ma un occhio attento avrebbe
saputo scorgere piu' di cio' che l'aspetto abbandonato di questa tetra
citta' volesse far capire se solo ne avesse avuto l' opportunita'. 
 
Ma ormai gli occhi attenti non giungevano qui da secoli, e per essere
sinceri non ne sarebbero arrivati per ancora molto tempo. Se solo
qualcuno avesse potuto appoggiare l'orecchio al suolo, e quel qualcuno
avesse l'udito fino come gli elfi del Nord o come i ladri di New Thalos,
allora avrebbe potuto sentire passi pesanti e battere di martelli a
pochi metri dal suolo. E infatti qui, sotto la citta' che un tempo fu
cosi' splendente, stava nascendo qualcosa che gli uomini avrebbero
rimpianto a lungo. Nascere non e' certo il termine esatto per qualcosa
che di vivo ha molto poco, forse sarebbe meglio dire "tornare nel regno
dei vivi" ma per quanto bella possa essere la forma usata non cambiera'
certo la sostanza. Infatti proprio a due metri dalla pavimentazione che
reggeva le colonne rimaste e le poche pietre superstiti, si diradavano
per chilometri e chilometri un intreccio di gallerie che si aprivano in
enormi grotte sistemate e attrezzate per l'oscuro piano a cui erano
state destinate. E nel cuore di queste grotte cio' che ora attrae la
nostra attenzione e' una stanza, non grossa ma arredata in maniera molto
particolare. 
 
Era una stanza larga almeno venti metri e lunga altrettanto, accessibile
solo da una lunga scala scolpita nella piccola montagna che protegge le
spalle della citta' abbandonata. Era arredata in maniera discreta, il
pavimento era stato scolpito nella viva roccia, vi erano incisi rombi
inscritti in cerchi, certamente il lavoro di lunghi mesi di qualche
operaio nanico ben pagato. Otto colonne costeggiavano i muri e
altrettante torce illuminavano la stanza debolmente lasciando in ombra
molte zone. Sul muro est erano tirate delle tende rosse, che coprivano
il balcone scolpito sul fianco della montagna, nascosto a qualsiasi
osservatore. 
 
Due statue rappresentanti mostri della mitologia erano scolpite sulla
ringhiera, guardavano verso l'interno come a spiare eventuali abitatori,
o forse a vegliare su di essi. Una porta a due ante di pesantissimo
metallo simile ad acciaio che impediva l'entrata era stata fissata a
solidissimi cardini sulla parete sud, era riccamente decorata e portava
incise rune sconosciute e disegni raffiguranti le divinita'. Al centro
della stanza appoggiato sul muro nord vi era un pesantissimo trono in
marmo scolpito grezzamente, molto probabilmente il frutto di un opera
frettolosa ma gradevole alla vista. Aveva due enormi bracciali che
rappresentavano due draghi che tenevano in mano una sfera di cristallo
ciascuno, il poggia schiena invece raffigurava un paesaggio notturno che
sfumava fino al poggiatesta in una splendida luna piena. 
 
Sulla base del trono invece i disegni terminavano con due lunghe code di
drago che scomparivano sotto il seggio lasciando ai piedi lo spazio per
toccare il suolo. Era notte, una notte scura senza luna interrotta solo
dagli ululati dei lupi ormai numerosi in questa regione e ogni tanto da
qualche passo frenetico dietro alla porta, che si avvicinava per
allontanarsi subito dopo. Proprio quando i lupi sembravano aver trovato
un pasto da consumare, e i piedi una via piu' consona per il loro
padrone, si udirono due forti colpi alla porta. Prima fu silenzio,
sembrava essersi fermato anche il cuore dell'incauto visitatore, poi
come per magia il pesante portone si spalanco' lentamente, come tirato
da una decina di possenti guerrieri, e quello sarebbe stato il numero di
uomini necessario per smuovere quella imponente massa. Una figura scura
entro' nella stanza, si sentiva chiaramente il rumore dei passi sul
pavimento ornato, le due guardie dall'altra parte della porta si
affrettarono a riattivare il meccanismo di chiusura della porta
lanciando ogni tanto frettolose occhiate all'interno della stanza, alla
ricerca di chissa cosa.
 
Il visitatore avanzava deciso, i suoi passi scandivano un tempo quasi
ritmico, tock....tock....tock..., finche' finalmente giunse al centro
della stanza, alla luce delle torce. Non era molto alto , circa un metro
e settanta, nella media fra' gli uomini del regno, anche se ormai non si
vedevano uomini li dentro da secoli. Indossava una spessa armatura nera
dalle larghe spalliere e dalla vita fina, un pesante mantello da viaggio
umido e un po' logoro gli pendeva sulle spalle. L'elmo sul quale erano
incise due grosse ali da corvo gli copriva per intero il viso lasciando
trasparire solo gli occhi e la parte superiore del naso. Appesa alla
vita stretta da una strana cintura di cuoio tempestata di pietre
brillanti pendeva una spada chiusa nella propria fodera, l'elsa era
totalmente nera ed aveva delle incisioni lungo il manico e intorno
all'unica gemma che si vedeva nell'arma. Il cavaliere avanzo' ancora
qualche passo mentre la porta si chiudeva con un fragoroso rumore
metallico alle sue spalle, dopo di che piego' un ginocchio e si inchino'
davanti al trono.
 
Rimane cosi' per qualche istante, dopo di che alzo' il capo e guardo'
intorno alla ricerca di qualcosa. Come dal nulla una lieve nebbia si
condenso' ai piedi del marmoreo scranno, diventando sempre piu' fitta
fino a formare una figura. Seduto sul trono ora vi era qualcuno avvolto
in una lunga veste nera, il cappuccio era tirato avanti e nascondeva il
viso che comunque sarebbe stato invisibile coperto dal cono d'ombra
delle torce. Sara' stato alto non piu' dello strano visitatore e di
stazza non piu' grossa di un uomo normale, le braccia erano poggiate sui
draghi intarsiati e le mani stranamente erano celate dalla nebbia che
continuava a uscire dalla veste. Il cappuccio era indirizzato verso
l'uomo in armatura, unico indizio che portava a pensare che si stessero
guardando. Una voce riempi' improvvisamente la stanza, e di certo non
era umana. Era come sentire parlare una grotta , un suono che rimbomba
nella stanza per cercare il suo bersaglio e poi rimbombare nella tua
testa. Sentire quella voce per chi non fosse pratico era come esser
colpito da una freccia, dolorosa e inesorabile, sentirla entrare in te,
fredda e spietata, e sapere di non aver piu' scampo, non puoi far altro
che accettarla e perire. 
 
"Al fine sei giunto, mi hai fatto attendere molto, spero che il tuo
ritardo sia ben giustificato." tuono' la voce. "Certo mio signore , ho
cercato come lei mi ha comandato , vagato per anni su questa terra solo
per diventare potente e servirla come merita. Non ho fatto pochi sforzi
per diventare cio' che sono e molti dei suoi consigli mi sono stati
vitali, anche perche' spesso ho visto il suo operato intorno a me"
rispose il cavaliere e aggiunse: "Ho visto che nei lunghi anni della mi
assenza ha fatto di queste macerie una fortezza inattaccabile,
d'altronde l'ho vista crescere anno dopo anno quando tornavo da lei,
reduce da folle imprese o da campagne sanguinarie. L'ho vista prima
diventare una piccola casa per quelli come me, poi mutarsi in un forte
abbastanza stabile per resistere ad un battaglione, poi con gli anni
diventare questa piccola citta'-fortezza, inattaccabile anche da un
grosso esercito. Ma so' che il nostro obbiettivo non e' aspettare
l'avanzata del nemico...."
 
" Il nostro obbiettivo e' sopravvivere, creare una casa per i nostri
fratelli, tornare cio' che eravamo e' impossibile ma potremmo diventare
qualcosa che non siamo mai stati." disse la voce, e continuo' :"Ormai la
nostra casa e' finita, sara' accogliente per qualsiasi essere simile a
noi .E' tempo di allargare i nostri domini, un pezzo alla volta,senza
destare troppi sospetti. La nostra forza e' l'oscurita' , il nemico non
sa' che noi esistiamo ancora e cio' ci dara' un grosso vantaggio.
Inutile muovere le nostre armate troppo facilmente riconoscibili, le
rocce che abbiamo scavato nel corso degli anni ci hanno regalato tanti
minerali che ci hanno permesso di pagare gli artefici di tutto cio'" e
dicendo questo mosse la mano destra a indicare la stanza. " 
 
Ci serviremo del denaro, il vile padrone di questa epoca, per muoverci
in silenzio,per comprare ove possiamo impedire di lottare. Purtroppo
siete rimasti in pochi di cui io possa fidarmi, la maggior parte di voi,
figli miei, sono stati trovati e uccisi dai Cavalieri del Tuono, e quei
pochi che sono rimasti mi sono troppo cari per essere sacrificati." la
voce si muto' dal freddo e rimbombante tono che aveva in una piu' lenta
e sussurrante tonalita'. "Anzi , sei appena tornato da un lungo viaggio
e gli altri non ti vedono da ormai tanto tempo. Vai a riposare e a
incontrare i tuoi fratelli, ci sara' tempo per parlare" detto cio' la
voce si spense e la figura si dileguo' velocemente come era apparsa. Il
cavaliere urlo' un :" SI, MIO SIGNORE" che fu seguito da un bisbiglio :
" Si...padre", giro' i tacchi alla maniera dei militari che gli fu
insegnata e si allontano' verso la porta che si spalanco' al suo
cospetto per chiudersi dietro di lui. E una frase lasciva come un filo
di vento sibilo' tra' le colonne della stanza "Ben tornato figlio mio,
ben tornato Karyal".
 
 


exa secondo

- Capitolo II 'Il ritrovo - Parte Prima'
 
Karyal camminava veloce per i cunicoli che si stendevano per il
sottosuolo della sua amata citta' , sicuro della direzione da prendere
per svincoli e direzioni che imparo' fin da ragazzo, quando fu allevato
in questo luogo. Dopo una serie di deviazioni, di porte e di sentinelle
che si chinavano davanti al loro signore arrivo' di fronte ad una grossa
porta in legno. Spinse con forza e le ante si spalancarono con non
troppa facilita', rivelando una enorme grotta sufficientemente
illuminata nella quale erano appoggiati diversi strumenti di esercizio
come pesi, aste, corde appese al soffitto e altri attrezzi che servivano
a tenere il corpo in un ottimo stato. All'interno vi erano una decina 
di uomini che si stavano esercitando, chi con spade di legno, chi
nell'arte della lotta, si fermarono di colpo e si girarono verso il
nuovo entrato. 
 
Ci fu un silenzio di tomba, tutti erano fermi a guardare nella sua 
direzione stupefatti , come convinti di fissare un sogno o un fantasma.
Uno di loro , un giovane molto robusto avanzo' di qualche passo, si 
butto' in ginocchio e disse: " Mio signore, finalmente siete tornato, 
aspettavamo tutti con ansia la sua venuta, alcuni messaggeri avevano 
detto che eravate stato ucciso dai Cavalieri del Tuono , ma il sommo
signore li ha fatti tagliare a piccoli pezzi " detto questo anche 
gli altri lasciarono cadere i propri oggetti e si buttarono in ginocchio. 
 
Karyal avanzo' di una decina di passi e disse " Anche io sono contento 
di vedervi, bhe ci sono andati vicini ma tre paladini non sono bastati 
per me..." mentre diceva cio' senti' alle sue spalle il rumore di una 
carica , come un elefante che lo puntava. Non fece in tempo a girarsi 
che due enormi mani lo presero alla vita e lo sollevarono da terra con
tutta l'armatura. Una voce disse " Karyal lurida pezza da piedi 
finalmente ti sei deciso a tornare, erano ormai cinque anni che
aspettavo di rivedere la tua brutta faccia per spaccala in mille pezzi,
non ho scordato l'ultimo affronto." detto cio' lo giro' come avrebbe 
fatto una bambina con la propria bambola di pezza e gli pianto' la 
grossa faccia ad un palmo dalla sua.
 
Era un grosso troll, alto quasi due metri , era uscito da una 
grossa rientranza della caverna, praticamente una stanza al lato 
della porta di ingresso. Aveva due grossissime braccia muscolose
che tenevano Karyal per la vita bloccandogli i movimenti, il 
torace possente respirava velocemente come se fosse appena 
uscito da un' esercizio molto faticoso. La testa grossa come 
quella di un drago , ma piu' tonda e pesante, era piantata 
ad un palmo dalla faccia del guerriero in armatura e il viso, 
duro, segnato da una profonda cicatrice che gli attraversa 
il mento, era sorridente e gli occhi profondi, languidi, come
pronti a piangere. Aveva una unica, grossa treccia larga tre 
dita che partiva dalla parte alta del cranio e scendeva fino 
alle spalle, il resto dei capelli erano stati tagliati ed era
rasato con cura. 
 
"Quanto tempo vecchio filibustiere, potevi anche farti 
sentire prima, sono stato in pensiero per te" esclamo' il
troll stringendo Karyal al petto. "Si, si, anche io sono 
contento di vederti Khwaj ma lasciami a terra o finirai per
stritolarmi." esclamo' Karyal dolorante per la stretta del compagno.
Allora Khwaj poso' delicatamente il guerriero in armatura per terra
e felice del nuovo incontro tuono degli ordini agli uomini : 
" Forza pelandroni tornate ai vostri esercizi se non volete 
vedervela con me , non ci servono pappemolli ma forti guerrieri,"
e detto cio' gli uomini raccolsero gli attrezzi e ritornarono 
ai loro esercizi.
 
" llora Karyal , togliti quella pesante armatura e rilassati, hai 
molte cose da raccontarmi." esclamo' il troll. "Vabbene, 
effettivamente il viaggio e' stato lungo e incomincio a sentire il 
peso di questa armatura che mi ha protetto piu' volte" e cosi' dicendo
incomincio' a slacciarsi le cinghie che tenevano unite la sua corazza
nera e poso' i pezzi su una sedia li vicino rimanendo solo con la spada
e gli abiti leggeri. " E ora questo ultimo pezzo , il mio pesante elmo"
e detto cio' apri' l'elmo facendo scattare un piccolo meccanismo che 
sgancio' i guanciali chiusi, e se lo sfilo' dalla testa. Karyal era un
uomo di mezza eta' , probabilmente piu' vicino ai trent'anni che ai 
quaranta, i capelli erano tagliati corti e di un colore nero come la 
pece con qualche lieve sfumatura grigia qua e la, il viso era abbastanza
gradevole, dai lineamenti forti e decisi e molte volte anche regali. 
 
Gli occhi di un profondo azzurro erano l'unica cosa che lo
caratterizzava sia con l'armatura che senza. Il corpo non era
particolarmente robusto, le braccia erano ben proporzionate e non
particolarmente muscolose e le mani, anche se con qualche callo, non
sembravano aver visto lavori particolarmente pesanti. Aveva piu' che
altro l'aspetto di uno studioso che quello del guerriero ,come
d'altronde gli atteggiamenti che aveva dimostravano. I suoi movimenti,
infatti, erano armoniosi e ritmici , il suo modo di parlare era calmo e
distinto, scandiva bene le parole e dava ad ognuna di esse il tono che
gli spettasse. Rimase cosi'  con la spada abbandonata sul fianco a
fissare il suo vecchio amico, alto e marmoreo come solo pochi giganti
possono essere, uno davanti all'altro.
 
"Bhe Karyal vedo che il tempo non e' stato molto gentile con te, speravo 
che in tutto questo tempo avessi messi su qualche muscoletto , ma ti
trovo moscio come ti ho lasciato" disse Khwaj. "Certo mio caro amico ,
ma ricorda che quando ci siamo lasciati non facevi che prenderne da
questo corpo MOSCIO" esclamo' il compagno. "Si ma allora io ero giovane
e il mio corpo si e' allenato aspettandoti tutti questi anni" e dicendo
cio' mostro' il poderoso bicipide grosso come un anguria. " Bhe anche io
non sono stato fermo tutti questi anni, certo non ho curato il corpo ma
di certo non ho girato i pollici" ribatte' Karyal. 
 
"Sarai anche un ottimo spadaccino , ma senza la tua spada ti farei a
brandelli, e anche con quella non avresti molte possibilita'" rispose 
il troll digrignando i denti. Intanto le persone che avevano ripreso i
loro esercizi si zittirono sentendo il loro maestro alzare la voce e si
girarono verso di lui. Khwaj stava ora urlando verso Karyal e
gesticolando vistosamente gli disse: "Posa quella spada e dammi la
rivincita', saro' felicissimo di sbatterti la testa al
muro , stai tranquillo saro' attento a non farti troppo male". " Ma
sei sicuro?  non vorrei ridicolizzarti davanti ai tuoi allievi, su
calmati e andiamo a bere qualcosa....". Karyal non fece in tempo a
finire la frase che gia' il troll si era lanciato in carica verso di 
lui con una velocita' incredibile per uno della sua mole. 
 
Il cavaliere nero fece appena in tempo a rotolare di lato per evitare il 
violento impatto e girandosi verso il compagno disse: "Ok,ok, vedo che 
come al solito non hai perso il tuo caratteraccio, ma non dire che non 
ti avevo avvertito" e dicendo cio' si slaccio' la spada e la getto' ai 
piedi della sedia sulla quale erano posati i suoi vestiti. Ora senza
armi e armature poteva muoversi liberamente e per quanto il suo
avversario fosse stato grosso non avrebbe avuto problemi a sconfiggerlo.
Ma c'era un problema, ed era Khwaj. Infatti caratteristica non troppo
felice del troll fin dalla piu' tenera eta' era l'irrascibilita', 
quando caricava un avversario era praticamente impossibile fermarlo
o distorglierlo dalla sua preda, abilita' che aveva preso, diceva lui,
da alcuni suoi parenti Berserk. 
 
E infatti adesso il troll correva a testa bassa verso di lui, i muscoli
del corpo tesi e le braccia allargate come una rete che si chiude sulla
preda. Karyal fece appena in tempo a balzare di nuovo di lato e il suo
avversario fini' rovinosamente sul muro alle sue spalle distruggendone
una sezione di un paio di metri. L'impatto non sembrava averlo
minimamente danneggiato ne sconcentrato , si giro' di nuovo e riprese
la furente carica. "Bhe direi che questo gioco e' durato fin troppo "
disse il cavaliere nero. Uni' i palmi delle mani all'altezza del petto
e ad alta voce esclamo' : "Saxa Yymir Paranlisys", e dicendo cosi' le
mani iniziarono a brillare di una lieve luce biancastra. 
 
Affronto' cosi' l'ultima carica dell'avversario, con un poderoso balzo 
giunse ai piedi del troll e con notevole velocita' e prontezza di
riflessi gli tocco' le ginocchia e rotolo' alle sue spalle passando
sotto le gambe. Khwaj si giro, fisso' l'avversario e tese i muscoli per
l'ennesima rincorsa, ma qualcosa di strano gli strava succedendo. I
muscoli come di incanto si bloccarono, la gambe non rispondevano piu'
agli ordini cosi' come le braccia  e sul viso rimase scolpita
quell'espressione di rabbia come un'opera nel marmo.
 
Karyal si avvicino' al compagno inerme mentre le mani perdevano la loro 
luminosita', e disse : "Come sempre sei troppo irruente, cosi' ti scopri 
agli attacchi degli avversari. Certo come forza e brutalita' pochi ti
sono rivali ma dovrai fare i conti con qualcuno piu' intelligente di te,
prima o poi" e dicendo cosi' inizio' ad avvicinarsi al troll fino ad
essergli vicinissimo. Guardando gli occhi di Khwaj lesse una crescente
rabbia in lui e allora disse: " Vedo che e' inutile tentare di mettere
un po' di buon senso in questa testona vuota, ora ti liberero' ma stai
calmo non vorrei diventare piu' drastico.". Gli uomini intanto si erano
radunati intorno ai due e guardavano la scena con stupore prima , e con
ilarita' dopo trovando il loro potentissimo maestro molto buffo in
quella posizione bloccato dalle sole parole di un uomo molto piu'
piccolo di lui. Prima un paio di giovani iniziarono a ridere tra' 
di loro e poi ci fu uno scrosciare di risate. 
 
Karyal si allontano' dal compagno e posandogli le mani all'altezza delle 
ginocchia inizio' a parlare con un tono di voce arcaico dai suoni duri e 
gutturali: "Gush Massss Dispell " e si allontano di qualche passo. Uno 
strano formicolio si impadroni' di Khwaj che torno di colpo a muoversi, 
non disse neanche una parola ma strinse il pugno destro con tutta la 
sua forza e compiendo un largo arco lo fece piombare su uno degli uomini 
alla sua destra. Il pugno arrivo' come una valanga colpendo la testa 
di uno degli uomini che stava ridendo e spezzandogli il collo sul colpo.
 
Il corpo rotolo' con violenza di un paio di metri finendo contro il
muro, e fu silenzio. "Brutta razza di scarafaggi , come osate ridere 
del vostro maestro ? Questa e' la punizione per chi osa farsi beffa di
me. Allora altri trovano la cosa divertente ?" disse Khwaj con tono
altero e molto autoritario. Gli uomini indietreggiarono di qualche passo
e una voce da dietro le file disse: " No...no , non c'e' niente da
ridere, anzi ...e' stata tutta fortuna, voi siete sicuramente il piu'
forte". Il troll si volto' verso Karyal, poi disse con tono ora piu'
calmo e rilassato: " No, non piu' , un tempo lo ero ma ora c'e' chi mi
batte, come avete visto " e si diresse verso il compagno con passo
lento. 
 
"Complimenti mi hai battuto , anche se hai usato uno sporco trucco, 
non sono mai stato portato per la magia io e il nostro signore me 
lo disse che sarebbe stata la mia rovina." E dicendo cio' cinse con
una delle sue enormi braccia l'amico. " Ma ora andiamo a trovare 
gli altri , saranno impazienti di vederti. E voi la' dietro fate 
buona guardia al suo equipaggiamento se non volete fare la fine 
di quello stolto, ah ...approposito portate via quel corpo, non 
vogliamo mica finire appestati vero ?" e detto cio' si avvio' verso 
la porta. I due compagni uscirono dalla porta insieme e si avventurarono 
per i bui cunicoli sicuri della direzione da prendere.


exa terzo
- Capitolo II 'Il ritrovo - Parte Seconda'

 
Camminarono per un quarto d'ora per i lunghi corridoi 
e passarono numerose stanze quando giunsero davanti 
ad una porta riccamente intarsiata. "Come sempre lo 
troveremo qua , ormai passa tutte le giornate in 
biblioteca a leggere , dice che gli manca ormai poco
per la conoscenza estrema, bhe chi lo capisce. Ormai
e' raro vederlo fuori all'aria aperta o anche solo a 
fare due passi se non per mangiare." esclamo' Khwaj. 
 
Karyal spinse i pomelli della porta che si apri' 
silenziosamente rivelando il prezioso contenuto. 
La stanza era alta almeno sei o sette metri e molto 
grossa, di pianta rettangolare con le pareti lunghe 
almeno trenta metri per venti. Addossati ai muri e 
nel mezzo c'erano altissimi scaffali che sfioravano 
il soffitto pieni zeppi di libri. Sparsi per la 
stanza vi erano dei pesanti tavoli di legno con 
delle lampade oscurate appoggiate sopra. Seduto 
su una sedia al tavolo piu' lontano dalla porta, 
nella semi oscuita' c'era un figura curva su un 
libro, intento nella lettura. 
 
I due compagni non fecero il minimo rumore, 
richiusero la porta alle loro spalle e rimasero 
in silenzio a guardare la strana figura. Questi 
era cosi' intento a leggere che non si era 
accorto di nulla, sfogliava freneticamente il 
libro che aveva davanti, un pesante tomo rilegato 
in pelle. Da quel poco che si poteva scorgere 
sembrava che l'uomo fosse sui quaranta anni, era 
vestito con una lunga tunica scura chiusa 
all'altezza della vita da una cintura di piume. 
 
Il viso era chino sul libro tanto che si riuscivano 
a intravedere solo i capelli scuri non troppo lunghi 
e della peluria sul viso, probabilmente una folta barba. 
A intervalli regolari si udiva l'attento lettore recitare 
qualche frase , come se stesse leggendo dei brani ad alta 
voce, per poi tornava nel suo cupo silenzio. I due amici 
stavano per avanzare quando videro una cosa che li 
incuriosi'. Gli oggetti che erano disposti sul tavolo , 
e cioe' la lampada , un segnalibro in bronzo , delle 
scodelle e un boccale (probabilmente i resti del pasto) 
iniziarono prima a vibrare leggermente , e poi levitarono 
dal tavolo di qualche centimetro.
 
Gli oggetti stettero' cosi' fermi per qualche secondo e 
poi, come in preda a forze sconosciute, iniziarono a 
roteare intorno alla figura con velocita' sempre crescente. 
Karyal e Khwaj stavano fermi a guardare lo strano fenomeno, 
il primo un po' divertito mentre il secondo preoccupato. La 
figura seduta continuava a sussurrare qualche frase slegata 
e di colpo' alzando il tono della voce disse :
"Ma certo, Ymgh ass Yugtr non Ymgh beyar tuam, OVVIO " e cosi' 
dicendo inizio' a gesticolare con le mani. Gli oggetti sospesi 
in aria a quelle mosse iniziarono a muoversi come marionette 
guidate dal padrone e schizzarono in ogni direzione. 
 
Il boccale si frantumo' su una parete lasciando dei cocci 
e un liquido colante sulla roccia, i piatti si ruppero sul
soffitto facendo ricadere i pezzi sul tavolo, la lampada 
oscurata si frantumo' su una libreria appiccando un leggero 
fuoco ai libri, e il segna libro di bronzo schizzo a tutta 
velocita' verso la porta conficcandosi nel legno a due dita 
dal viso di Karyal. "KIRK, brutto escremento di goblin ma 
e' possibile che ancora non hai imparato a controllarti!!" 
esclamo' Khwaj arrabbiato. La figura allora, accorgendosi 
di non essere sola alzo' la testa e guardo' in direzione 
della porta. Ora il suo viso si vedeva chiaramente , grazie 
anche al piccolo fuoco appiccato accidentalmente che si 
stava espandendo sulla libreria alle sua spalle. 
 
I capelli neri che cadevano sulle spalle erano mal 
curati e brizzolati all'altezza delle basette, la 
barba incolta era appena accennata e gli occhi verdi 
e profondi in quel mare di peluria risaltavano come 
gemme tra' i sassi. "Ma chi osa interrompere il mio 
studio , oh sei tu Khwaj e chi e' il tuo compagno?" 
disse Kirk scrutando la persona alla sinistra del troll.
"MA ...ma ....Karyal , finalmente sei tornato" e 
dicendo cio' inizio a camminare a passo spedito 
verso l'amico ritrovato. Gli arrivo' a un palmo di 
distanza e aprendo le braccia lo abbraccio' 
calorosamente. "Quanto tempo, era ora che tornassi , 
ti ho visto spesso durante i miei esercizi. 
 
Scrutando il giro ho visto molte cose interessanti 
e un paio di volte, piu' per fortuna che per merito, 
sono riuscito anceh a vedere te. Allora avrai molte 
cose da raccontarci, chissa' quante cose avrai visto 
su, su, non farmi attendere" inizio a dire Kirk 
senza accennare a diminuire il ritmo della discussione. 
Karyal rimase per un momento sbilanciato da tante 
domande , non aspettandosi un attacco cosi' frontale , 
soprattutto dopo quello che era appena successo e apri' 
la bocca per parlare , quando Khwaj intervenne. 
 
"Kirk , anzitutto bisogna pensare all'incendio che hai 
appiccato , non vorrai bruciare tutta la libreria che 
il nostro signore ti ha messo a disposizione, vero? 
E poi devi smetterla di buttarti un quel modo nella 
lettura, lo sai che hai il vizio di perdere il 
controllo dei tuoi poteri e potresti di nuovo far 
male a qualcuno , ormai non sei piu' ragazzo come 
quando ci incontrammo , e potresti fare danni 
notevoli." e dicendo cio' il troll prese un boccale 
di birra rimasto intatto e si avvicino' al fuoco. 
 
Karyal gli corse dietro e non fece in tempo a fermarlo 
che Khwaj getto' il contenuto della brocca nel fuoco 
alimentandolo. "No Khwaj NO, non cosi, farai solo 
piu' danni. Lascia fare a me, e dicendo cio' 
congiunse le mani e disse: "Rasshha Mysta Create 
Water Yuuu". Sopra la sua testa comparve una bolla 
di acqua levitante che il mago diresse verso il 
fuoco entinguendolo sul colpo.
 
"Ma che controllo e controllo , io ho il perfetto 
controllo dei miei poteri, fanno esattamente quello 
che voglio io quando dico io" disse Kirk che era 
rimasto sull'uscio della porta. Khwaj rivolgendosi 
al compagno vicino disse sussurrando : "Si, si, 
certo, vallo a dire ai due paggi che ha ucciso 
l'altra settimana mentre gli portavano da mangiare. 
 
Poveretti, lo hanno trovato che era concentrato 
nella lettura in palestra e quella volta ha fatto 
volare una decina di spade. Pensa che ora, le 
rare volte che gli portano da mangiare, lo 
fanno in armatura e scudo e mai quando sanno 
che ha un libro fra le mani". Karyal si giro' 
verso Khwaj , lo guardo' con aria di approvazione, 
poi diresse lo sguardo al segna libro conficcato 
nella porta e disse :" Capisco". "Bhe bando alle 
ciance , ora sediamoci , bevaimo qualcosa e facciamo 
due chiacchiere, abbiamo tante cose da dirci." disse 
Kirk stampandosi un enorme sorriso sulla faccia. 
 
I tre si sedettero su un tavolo intatto e iniziarono 
a chiacchierare. "Allora amici , iniziate voi, sono 
stato lontano tanto tempo e voglio sapere cosa e' 
successo qui" disse Karyal. "Bhe, molte cose, ti 
diro' le piu' salienti" disse Kirk preparandosi 
ad un lungo discorso. "Quando te ne sei andato per 
cercare la via della conoscenza eri giovane, io 
lo ero un po' meno di te e Khwaj invece lo era di piu'. 
 
Allora il nostro rifugio era molto piu' piccolo e 
grezzo e abitato solo dai servitori del nostro 
signore e da qualche operaio nanico fatto venire 
per l'occasione. Da quando abbiamo scoperto i 
giacimenti di oro sul fondo della montagna abbiamo 
fatto fare grandissimi lavori di espansione, abbiamo 
reclutato mercenari e le creature della notte fedeli 
a nostro padre sono venute ad abitare nella cittadella. 
 
Egli ha fatto costruire recinti, meccanismi , interi 
quartieri tra' la roccia e ha convocato i piu' grossi 
capi Goblin e Troll. E come ben sai ha convocato noi 
Spettri. A parte noi vecchi, che gli siamo accanto 
da tantissimo tempo, ha scelto nuovi Spettri degni 
della sua fiducia , gente come Khwaj..." e batte' 
la mano sulla spalla del gigante che si volto' verso 
di lui e accenno' un sorriso che sembrava piu' una 
smorfia, e continuo': "...e pochi altri che dovevano 
rimpiazzare i caduti. 
 
iamo rimasti in pochissimi della vecchia generazione, 
Karyal, in molti sono periti e altri hanno disertato. 
Shea e Gablin, sono morti in un'ultima e strenua difesa" 
e dicendo cio' il viso divenne scuro. "Shea e Gablin ? "
disse sconvolto Karyal. "Ma, erano troppo giovani per 
la battaglia, come e' successo?" chiese il cavaliere. 
"Tutto accadde quattro anni e mezzo fa', tu eri appena 
partito e la casa era ancora poco piu' che qualche grotta
collegata tra' di loro. "Shea e Gablin erano allora poco 
piu' che ragazzi , avevano iniziato il loro addestramento 
da' un paio di anni presso il nostro signore ed erano 
avventati. 
 
Egli li mando' in perlustrazione con dieci orchetti 
per il versante nord, avevano l'ordine di fare un 
giro di e tornare prima del tramonto. Si spinsero 
troppo a nord uscendo dal nostro territorio, e 
incontrarono una pattuglia di cavalieri. I nostri 
stolti amici contarono sei uomini a cavallo e 
decisero di fare un'imboscata per portare un trofeo 
al nostro signore. Gli orchetti caddero quasi subito , 
portando con loro solo tre cavalieri e ferendone 
bruscamente uno. Rimasero loro due , grossi e' 
vero ma inesperti contro tre cavalieri. 
 
L'avversario ferito fu fatto mettere in disparte 
dietro un'albero , al riparo dagli attacchi e cosi' 
lo scontro divenne pari. I nostri due giganti 
conto due uomini con armatura da guerra. Ahime' 
quanto si pentirono di non aver studiato cio' 
che io gli volevo insegnare, ma come sempre i 
guerrieri piu' sono giovani meno sono intelligenti" 
e dicendo cio' Kirk getto' uno sguardo a Khwaj 
che fisso' con aria interrogativa. "Bhe ? Che 
c'e' da guardare?" chiese il troll. " Niente , 
niente , fammi continuare, allora dicevo..se 
avessero studiato un po' avrebbero riconosciuto 
subito lo stemma sull'armatura del cavaliere 
e non avrebbero osato tanto. 
 
Si trattava infatti di Athor , allora piu' 
giovane ma gia' temibilissimo avversario, 
e praticamente imbattibile per loro. Infatti 
egli fece spostare il suo giovane compagno, 
un cavaliere non ancora uomo , biondo dagli 
occhi color nocciola con una piccola cicatrice 
sul mento, e combatte' da solo. Come e' 
solito fare lui scese da cavallo e offri' 
ai due avversari il primo attacco. Non 
c'e' che dire, e' sempre stato un signore, 
peccato tanta dedizione dalla parte sbagliata.
 
Shea e Gablin si lanciarono insieme sul nemico 
che si libero con fin troppa facilita' dei due 
avversari. Dubito che i giovani Spettri abbiamo 
mai visto movimenti cosi' veloci e coordinati. 
Saranno spirati prima di toccare il suolo, almeno 
non hanno sofferto, e' tornato solo un goblin 
a a riferire tutto e quando i nostri soccorsi 
arrivarono sul posto ormai trovarono solo i 
nostri morti, i loro li avevano seppelliti 
velocemente li vicino." Gli occhi di Karyal 
divennero di colpo umidi udendo questa storia 
mentre fissava il volto cupo di Kirk. 
 
Khwaj invece irto di rabbia disse : "Poveri 
giovani, se ci fossi stato io allora ah, le 
cose sarebbero finite diversamente." "Sarebbero 
state uguali se non peggio, con un morto 
in piu'. Allora come ora Athor ti avrebbe 
ucciso, e' troppo per te" esclamo' Karyal 
fissando freddamente Khwaj. Il troll stava 
per ribattere quando vide gli occhi del 
compagno, e dietro l'apparente freddezza lesse 
un dolore profondissimo , e decise di tacere. 
"Da allora il nostro signore ha fatto ingrandire 
la nostra casa facendola diventare cio' che vedi 
ora , o meglio cio' che ti mostrero' domani. 
 
Ci sono nuovi amici, molti dei quali ora sono 
in viaggio per missioni affidatigli. Troverai 
pocchissimi Troll e goblin nella citta', il 
nostro signore dice che siamo troppo vistosi 
e dato che dobbiamo dare pochissimo dell'occhio 
li ha rimandati nei loro villaggi , tenendone 
qui una piccolissima rappresentanza. E ora sta' 
a te parlare Karyal dicci cosa hai fatto tutto 
questo tempo" disse Kirk. "La mia storia e' 
troppo lunga per essere raccontata per intero 
questa notte. Ho esplorato, combattutto e 
ucciso; ho trovato parecchi oggetti che mi 
sono stati utili e imparato tantissimi 
incantesimi. 
 
Ma cio' a cui piu' tengo e'questa spada" e 
dicendo cio' slaccio' il fodero della spada 
dalla cintura e l'appoggio' sul tavolo. 
"L'ho cercata per due anni , e alla fine
l'ho trovata nella tana di un potente drago. 
Avevo letto di lui su un libro che ho trovato 
in una libreria durante i mei viaggi, l'ho 
cercato e alla fine sono riuscito a scovarlo. 
Ma il drago era troppo potente per me, e allora 
mi sono trasformato in Roo Hunter, sono entrato 
silenziosamente nella tana e, tra soldi e 
oggetti pregiatissimi ho trovato lei.
 
Ha dei poteri strabilianti , ma non sono 
riuscito a scoprirli tutti. Sul libro ne 
ho letto la storia; era la spada di un 
potente guerriero, forgiata da un dio 
per l'occasione. Infatti serviva per 
una missione, l'uomo, di cui non so' 
il nome, doveva entrare nella bocca 
di un vulcano e spaccare con questa 
spada una teca per ordine del divino. 
Bhe la storia e' abbastanza lunga, ve 
la raccontero' un'altra volta, comunque 
adesso vi basti sapere che e' mia." e 
mentre parlava il cavaliere nero estrasse
la spada dal fodero.
 
La lama era fredda e azzurrina dalle venature 
viola, delle piccole scariche elettriche 
la percorsero per qualche secondo dopo di 
si dileguarono. L'elsa era completamente 
nera con qualche intarsio e un'unica pietra 
blu' al centro. Gli amici allungarono il 
collo verso il centro del tavolino per 
guardarla meglio; Khwaj tocco' la lama con 
la punta di un dito che ritrasse subito 
lanciando un profondo "OUCH".
 
Karyal lanciando una piccola risata disse: 
" Non preoccuparti , e' solo una leggerissima 
scossa, non fa' male da' solo un po' fastidio. 
Ogni volta che la sguaino si attiva ma dopo pochi 
secondi si spegne e devo rimetterla nel fodero 
per un po' per farla ricaricare, questo e' uno 
dei suoi poteri ma non so' se puo' lanciare 
scariche piu' forti." Kirk intanto che stava 
guardando attentamente la pietra si giro' verso 
Karyal e disse :" Cosa c'e' dentro la pietra?" 
"Ha vedo che te ne sei accorto, non lo so' , 
sembra una macchia ma si sposta in continuazione, 
e non vi ho detto tutto" il compagno si fermo' 
un secondo e poi continuo': 
 
"Ogni tanto sento che mi parla , e' come se 
tentasse di dirmi qualcosa e piu' volte mi 
sono svegliato la notte con la sensazione di 
aver fatto uno strano sogno, ma non ricordo mai 
niente. E quella macchia ? Vedete, ora e' a 
destra ma ieri era sulla sinistra." e indico' 
la pietra. E infatti guardando bene la pietra 
non era pura, aveva una macchia sulla parte 
destra. Non era particolarmente grossa ma 
sembrava che si muovesse lentamente. 
 
"Sul libro c'era scritto che urlando il nome 
della spada impugnandola si sarebbero liberati 
grandissimi poteri." "Ed e' vero?" chiede Khwaj 
con l'aria meravigliata. "Non lo so', non c'era 
scritto il nome e non l'ho trovato neanche inciso 
nella grotta del drago" rispose il compagno. 
"Bha , tutte scocchezze, la forza di una spada e' 
nel braccio che la brandisce. E ora andiamo a letto, 
a forza di parlare si e' fatto tardi e domani ci 
dobbiamo alzare presto" disse il troll. "Si, forse 
il nostro grosso compagno non ha tutti i torti, 
vieni da un lungo viaggio e anche noi abbiamo 
bisogno di riposo" esclamo' Kirk alzandosi e porgendo 
una lampada a Karyal. 
 
"Ti verro' a chiamare domani mattina, riposa 
ci sara' tempo per le storie." Detto cio' l'uomo 
in tunica apri' la porta, fece uscire i compagni 
e la chiuse con una chiave che si mise in tasca. 
"A domani mio caro amico" disse allontandosi 
al buio con passo sicuro. "Bhe mio buon gigante , 
a domani allora " disse Karyal verso Khwaj, e 
si allontano' anche lui tenendo la lampada davanti a lui. 
 
Khwaj rimase un minuto fermo a capo chino pensando 
alla spada di Karyal, dopodiche' ,alzando la testa, 
disse "Bha , sempre stregonerie, ma dove e' finta la 
buona e sana violenza di un tempo" e vedendosi solo 
e al buio si diresse prima camminando e poi correndo 
verso il corrodio , e urlo': 
" EHI, VOI DANNATI STREGONI MI AVETE LASCIATO SOLO!!!".